LA QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
La quattordicesima domenica del tempo ordinario, film diretto da Pupi Avati, racconta la storia di Samuele Nascetti e Marzio Barreca (Massimo Lopez e Gabriele Lavia), due quindicenni che nella Bologna degli anni '70, mentre sono seduti al tavolino di un chiosco di gelati, prendono una decisione: saranno amici per sempre, per tutta la vita. I due sono accomunati dalla passione per la musica e formano un duo, i Leggenda, con il quale iniziano a esibirsi per i vari teatri parrocchiali.
Un giorno, però, Marzio conosce una sua coetanea bellissima di nome Sandra (Camilla Ciraolo), di cui di innamora perdutamente. Il giovane decide di corteggiarla, determinato a farla innamorare di lui, riuscendo inaspettatamente nell'impresa. Nel frattempo i Leggenda migliorano le loro capacità musicali e riscuotono i primi successi, grazie anche alla partecipazione al Festival delle Voci di Castrocaro, nel quale si classificano quarti. Il loro nome inizia a girare e una loro canzone finisce anche in radio. Marzio e Sandra (Gabriele Lavia ed Edwige Fenech) si sposano e nella vita dei tre tutto sembra filare liscio, fino a quando non si abbatte su di loro un vento ostile e contrario, che spazza tutto via...
Pupi Avati porta al cinema una storia d’amore senza tempo, di ambizioni giovanili, solitudine e sagge riflessioni. Ed è proprio da una di queste riflessioni che nasce il film, al cui titolo il regista pensa già da quindici anni, quando ha raggiunto la cosiddetta terza età: “La quattordicesima domenica del tempo ordinario secondo l’anno liturgico è quella che segue la Quaresima e anticipa l’Avvento e per me è il giorno in cui mi sono sposato: il 27 giugno 1964. Così ho immaginato una separazione da mia moglie lunga 35 anni, nella reciproca aspettativa di vedere entrambi realizzare i nostri sogni. Ho poi pensato a un nuovo incontro in cui constatavamo quanto questi sogni non fossero andati in porto e quanto fossimo cambiati rispetto ad allora” - ha spiegato il regista. Non c’è molto di autobiografico nella separazione, ma la volontà di raccontare una relazione diversa dalla caducità dei rapporti tipici della società moderna. “Scrivere una storia come questa, mi ha dato modo di verificare quanto l’invecchiare abbia prodotto in me una nostalgia sempre più esplicita nei riguardi di quella figura paterna della quale non avevo avvertito l’assenza per gran parte della mia vita” - ha aggiunto. La scelta del luogo in cui tutto ha inizio non è casuale: un chiosco di gelati in quell’angolo tra via Saragozza e via Audinot, dove trascorreva il tempo con i suoi amici quando era adolescente e che ormai non esiste più da anni (qui è stato ricostruito fedelmente dallo scenografo Marco Dentici). “Credo che questa storia, pur essendo assolutamente universale, mi abbia restituito a quel rapporto con Bologna e la mia gente che al mio cinema probabilmente mancava da troppo tempo” - ha confessato. Per scegliere gli attori, Avati non si serve del catalogo che lo star system nazionale propone e ripropone in tanti titoli: “Abbiamo inventato un mix rischioso ed eccitante, accostando uno degli attori più prestigiosi del nostro teatro classico come Gabriele Lavia a una diva già reginetta delle commedie sexy degli anni’70 e ’80 come Edwige Fenech, dando l’opportunità a due giovani come Lodo Guenzi e Camilla Ciraolo di affrontare dei ruoli da co-protagonisti assoluti”. Lavia (Marzio) torna a lavorare con il regista a distanza di quarant’anni da Zeder (1983): “Eravamo entrambi a Milano per motivi di lavoro, ci siamo incontrati, lui mi ha detto che avrebbe voluto girare un altro film insieme. Poco dopo ho letto e apprezzato la sceneggiatura che mi ha dato e abbiamo iniziato a girare. Mi ricordo soprattutto che faceva molto molto freddo durante le riprese e il clima piacevole del set” - ha raccontato l’attore. Anche la Fenech (Sandra) era felice di far parte di un progetto diverso: “Ero entusiasta che mi si proponesse un ruolo così accattivante, rappresentava qualcosa che aspettavo da tanti anni e che non arrivava mai” - ha detto l’attrice. Con loro a completare il trio c’è Massimo Lopez, nella parte di Samuele da anziano, e Nick Russo, che lo interpreta quando era ragazzo. Guenzi e Ciraolo interpretano la coppia di innamorati da giovane: lui ha dichiarato di sentire la responsabilità di un ruolo particolarmente autobiografico, lei ha raccontato dell’incontro con Avati in accademia e di come lui l’abbia sostenuta sul set con umiltà e “purezza”.