UCCELLACCI E UCCELLINI

MARTEDI 25 OTTOBRE 2022
SPETTACOLO UNICO ORE 18.00

Regia: Pier Paolo Pasolini

Soggetto e sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini

Fotografia: Tonino Delli Colli

Montaggio: Nino Baragli

Musica: Ennio Morricone

I versi nei titoli di testa, cantati da Domenico Modugno, sono di Pier Paolo Pasolini; la canzone “Carmé Carmé” è scritta e cantata da Totò.

Interpreti: Totò (Innocenti Totò / Frate Ciccillo), Ninetto Davoli (Innocenti Ninetto/ Frate Ninetto), Femi Benussi (Luna, la prostituta), Francesco Leonetti (la voce del corvo), Gabriele Baldini (il dantista / dentista), Riccardo Redi (l’ingegnere), Lena Lin Solaro (Urganda), Rossana di Rocco (un’amica di Ninetto)

Produzione: Alfredo Bini per Arco Film. Durata: 86’

Italia/1966

Restaurato in 4K nel 2020 da Cineteca di Bologna in collaborazione con Compass Film e Istituto Luce-Cinecittà presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, con il sostegno del Ministero della cultura. Grading supervisionato da Luca Bigazzi.



Il viaggio picaresco di un padre e un figlio (la splendida, inattesa coppia Totò-Ninetto Davoli), accompagnati da un corvo parlante, lungo le strade dell'Italia del boom economico e della Nuova Preistoria. Incontrano artisti girovaghi bidonisti, ingegneri padronali, miseri contadini, fiorenti prostitute e dantisti dentisti. Pasolini concepisce il film come una favola sulla crisi dell’ideologia, in cui all’interno di un racconto ambientato nel cuore degli anni Sessanta se ne incastona un altro, sulla predicazione francescana ai falchi e ai passerotti, che si svolge nel Medioevo. Dopo Mamma Roma, Uccellacci e uccellini conferma la trasformazione del sottoproletariato romano che si sta avviando a diventare piccolo-borghese (Totò Innocenti, il padre protagonista, ha una piccola proprietà e infierisce contro una famiglia di contadini suoi debitori). Di questo processo, che ormai sta diventando inarrestabile, fa le spese un intellettuale, che, come nelle favole, ha sembianze di corvo e finisce per essere mangiato dai due sottoproletari suoi compagni di viaggio. A parte alcune sequenze di La ricotta, è la prima volta che Pasolini affronta il registro di un umorismo lunare: sceglie quindi come protagonista un grande attore napoletano, Totò, che forma una coppia felicemente inattesa con Ninetto Davoli, al suo esordio e destinato a diventare l’emblema stesso della vitalità giovanile e popolare nel cinema del poeta-regista.Il


È il mio film che continuo ad amare di più: prima di tutto per la ragione prima, perché, come ho già detto quando è uscito, è “il più povero e il più puro”; poi perché è il mio unico film che non ha ‘deluso le attese’, anche se si trattava delle ‘attese’ di una minoranza (l’opera d’arte deve sempre deludere le attese: ma nel caso di Uccellacci e uccellini ho con gioia sperimentato l’eccezione a questa regola); infine perché ho amato moltissimo i due attori protagonisti del film, Totò, dolce statua di cera, e Ninetto, attore per forza.
(Pier Paolo Pasolini, 1973)